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Quando le caratteristiche di un soggetto causano disagi, malesseri e compromissioni funzionali, si denota il disturbo di personalità.

L’evidenza di numerose condizioni nè indicano la presenza:

  • indebolimento delle capacità di coping;
  • invalidazione cognitiva;
  • pensieri negativi;
  • discontrollo degli impulsi;
  • dubitazioni e rituali

ovvero tutta la panoramica annoverata dal DSM-5, raggruppata nei “ dieci disturbi” divisi nei vari cluster (A,B,C).

I disturbi dell’umore o del ritmo cronobiologico si collegano proprio agli elementi ormonali ed organici (umore deflesso, labilità emotiva, anedonia) e coinvolgono emozioni che possono trasformarsi in “stati maniacali” compromettendo la sfera sociale, affettiva e lavorativa con conseguente scadimento della qualità di vita.

Purtuttavia l’eziopatogenesi risulta di natura multifattoriale.

Essi possono derivare sia da una matrice genetica che da condizioni ambientali o patologie sino ad eventi traumatici o cause iatrogene.

Solitamente si distinguono in “disturbi depressivi” e “disturbi bipolari” come nella classificazione del DSM-5.

La terapia in tal senso mira ad aiutare il paziente a cambiare comportamenti e meccanismi psicologici, responsabili della sofferenza emotiva, attraverso l’introspezione e la riflessione sui meccanismi sostanzianti il disagio, dandogli un senso e recuperando le risorse utili alla risoluzione del problema.